E’ da diverso tempo che ci chiediamo del nostro Ivan. Molti di noi infatti si domandono cosa potrà offrirgli il futuro, dopo la chance offerta al nostro lottatore alla 93ma edizione dell’UFC dove ha mancato il successo quando opposto ad un coriaceo Tomasz Drwal. Abbiamo lasciato che il tempo guarsisse le ferite fisiche e soprattutto “morali” del fighter italiano.
Poi, lo abbiamo contattato ed Ivan si è reso disponibile ad una tranquilla chiacchierata dove abbiamo trattato la sua condizione e le sue possibilità nel circuito delle MMA.
Che fine hai fatto? Da un po’ in molti si pongono questa domanda non avendo più notizie di te…
Dopo il match di Dublino la mia carriera ha visto diversi cambiamenti, alcuni positivi ed altri, purtroppo, negativi…
Beh, parlaci di questi cambiamenti…
UFC ha applicato diversi tagli nella folta categoria dei 93 kg ed il mio purtroppo è uno dei contratti che sono stati liberati, causa probabilmente, il poco tempo da me avuto a disposizione per dimostrare di meritare un posto fisso nell’organizzazione.
Questa era evidentemente il cambiamento negativo…e di positivo che è successo?
Beh, questa situazione ha portato un cambiamento positivo nella sfera gestionale, infatti ad oggi la mia carriera è gestita da una società di promozione americana, molto vicina all’UFC ed alle maggiori organizzazioni mondiali ed in qualche modo questo mi permette di pensare positivamente al mio futuro.
Quindi nuova gestione ma niente più UFC?
La porta di UFC non è ancora chiusa! L’organizzazione ha semplicemente liberato il mio contratto per permettermi di cercare altrove un’altra striscia positiva con la quale rientrare in lizza per un posto stabile.
Cosa ne pensi?
Penso che a certi livelli il business faccia granparte del gioco, infatti quello che mi è successo è accaduto a tanti altri, anche più conosciuti. Solo che ad alcuni sono state date numerose occasioni in più senza che ci fosse una motivazione plausibile.
Spesso nemmeno vincere è sufficiente a rimanere. E’ un pò come nella vita, c’è chi è fortunato e raggiunge facilmente i suoi traguardi e chi invece è costretto a lottare a denti stretti, fino alla fine.
Dunque ora stai aspettando di fissare nuovi traguardi, ma nel frattempo?
Nel frattempo continuo ovviamente ad allenarmi per mantenere la forma e perché lo faccio con piacere ed inoltre lavoro, insieme a Matteo Piran (anche lui fermo per un operazione allo scafoide ), alla creazione di un gruppo di lavoro tra atleti italiani, sospinto dalle numerose richieste di validi atleti che si rivolgono a noi per collaborare nello sviluppo della nostra e della loro carriera.
Quindi la vostra politica di non accettare impegni contro atleti italiani sta dando i suoi frutti?
Spesso siamo stati criticati per questa scelta, additati di superiorità e poca considerazione del movimento italiano, ma evidentemente questa nostra scelta ha spinto gli altri fighters ad aprirsi verso di noi proprio per la sicurezza di lavorare in un clima di scambio sincero di conoscenze.
Siamo contenti di quello che si sta creando perché convinti che fino a che il bacino dei fighters non sarà solido e numeroso, nemmeno gli eventi potranno avere la risonanza che meritano.
Beh, grazie per la tua disponibilità Ivan e a presto
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